Smart working: chi ne ha diritto
Come detto, i 290 milioni di euro stanziati per i nuovi congedi parentali con causale Covid ripartono dal 1° gennaio 2021. La norma, voluta della ministra Bonetti, è stata pensata tenendo conto delle nuove chiusure iniziate il 15 marzo e legate all’aumento dei contagi. Nel decreto viene stabilito che tutti i lavoratori dipendenti, sia del pubblico che del privato, hanno diritto a chiedere lo smart working per rimanere a casa con una retribuzione piena.
Scendendo nel dettaglio, ha diritto a richiedere lo smart working ogni lavoratore dipendente con figlio convivente minore di 16 anni (prima era fino a 14 anni), alternativamente all’altro genitore, fino al 30 giugno 2021. Secondo questi lassi di tempo:
* Per un periodo corrispondente in tutto o in parte alla durata della sospensione dell’attività didattica in presenza del figlio;
* Per tutta la durata dell’infezione da Covid-19 del figlio;
* Per la durata della quarantena del figlio disposta dall’Asl.
Stanziamento di 290 milioni di euro
Mentre gran parte dell’Italia tornava “rossa”, venerdì 12 marzo veniva approvato lo stanziamento di 290 milioni di euro per assicurare il diritto al lavoro per chi ha figli in didattica a distanza o in quarantena. Chi svolge attività che non consentono lo smart working si vedrà così riconosciuto l’accesso ai congedi parentali straordinari. «Il congedo l’ho voluto retroattivo dal primo gennaio», ha detto la ministra per le Pari opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, specificando che « può essere preso in modo alternato da entrambi i genitori per evitare che l’impegno ricada solo su uno, quasi sempre la donna». Ma c’è di più. Per le partite Iva, i lavoratori autonomi (vi rientrano i liberi professionisti, gli artigiani e i piccoli imprenditori), i sanitari e le forze dell’ordine è stato reintrodotto il bonus baby sitter fino a 100 euro a settimana.
Vediamo allora più nel dettaglio conferme e novità nel campo dei sostegni alle famiglie.
In alternativa allo smart working, i genitori possono accedere al congedo parentale con una retribuzione al 50 per cento (al momento le due misure sono incompatibili: dunque a chi è in lavoro agile è precluso il congedo). Questa misura è riservata a tutti i lavoratori dipendenti con figli minori di 14 anni. Ha diritto di richiedere il congedo anche chi ha figli di età compresa tra i 14 e i 16 anni, ma in questo caso senza retribuzione. Per il genitore che resta a casa c’è il divieto di licenziamento e la conservazione, dunque, del posto di lavoro.
Bonus baby sitter: chi ne ha diritto
Nel primo lockdown il Bonus baby sitter valeva 600 euro (incrementato a 1.200 euro per alcune fasce professionali, come operatori della sanità e forze dell’ordine) e venne esteso anche ai nonni purché non conviventi. Nel decreto legge Covid n. 30 del 13 marzo è stato reintrodotto per i genitori che hanno figli in didattica a distanza, ma solo per determinate categorie di lavoratori. Possono beneficiare del bonus:
* i lavoratori iscritti alla gestione separata Inps;
* i lavoratori autonomi non iscritti all’Inps;
* il personale del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico, impiegato per le esigenze connesse all’emergenza epidemiologica;
* i lavoratori dipendenti del settore sanitario, pubblico e privato accreditato, appartenenti alla categoria dei medici, degli infermieri, dei tecnici di laboratorio biomedico, dei tecnici di radiologia medica e degli operatori socio-sanitari.
I genitori di figli conviventi minori di anni 14 possono scegliere la corresponsione di uno o più bonus per l’acquisto di servizi di baby-sitting nel limite massimo complessivo di 100 euro settimanali. Il bonus può essere richiesto per un periodo corrispondente in tutto o in parte alla durata della sospensione dell’attività didattica in presenza, alla durata dell’infezione da Covid del figlio o alla durata della quarantena del figlio disposta dall’Ask.
Bonus baby sitter: come viene erogato
Il bonus viene erogato mediante il libretto famiglia. In alternativa, direttamente al richiedente per la comprovata iscrizione ai centri estivi, ai servizi integrativi per l’infanzia, ai servizi socio-educativi territoriali, ai centri con funzione educativa e ricreativa e ai servizi integrativi o innovativi per la prima infanzia.
La fruizione del bonus per servizi integrativi per l’infanzia è incompatibile con la fruizione del bonus asilo nido.
La polemica: per chi è smart working niente congedi
La ministra per le Pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, l’ha definita «una spiacevole fake news». Eppure, il problema su donne, figli e smartworking è reale. Per come è strutturata la misura, chi è in lavoro agile, e dunque lavora da casa, non può chiedere i congedi al 50 per cento. “Lo smart working non è certamente uno strumento di welfare – ha voluto mettere in chiaro Bonetti -. E’ uno strumento che può aiutare in questa momento, in un’organizzazione straordinaria della vita delle famiglie, ma servono strumenti, in particolare per chi ha bambini più piccoli, ad esempio l’estensione del voucher baby sitter per chi ha bambini piccoli e si trova in condizioni di lavoro agile”. La ministra ha spiegato che in questi giorni abbiamo lavorato per allargare nei prossimi provvedimenti la platea dei beneficiari del bonus baby sitter ai genitori, attualmente in smartworking, dei bambini delle scuole dell’infanzia e della primaria, così come a tutti i professionisti della sanità».