Il governo punta a eliminare il click day del 1° gennaio anticipando a prima di Natale l’invio delle istanze per il nuovo strumento di sostegno al reddito. Interessati all’aiuto oltre 737mila nuclei familiari
Il Governo intende anticipare la presentazione delle domande per ottenere l’Assegno di inclusione, il nuovo strumento di contrasto alla povertà voluto dalla ministra del Lavoro Marina Calderone e destinato dal 1° gennaio anche agli ex percettori del Reddito di cittadinanza: l’avvio è previsto lunedì 18 dicembre, contro il rischio che le famiglie possano perdere una mensilità del sostegno, ma anche per evitare un click day con un sovraffollamento di richieste al Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa (Siisl).
Dalle prime stime dell’Inps saranno 737.400 i nuclei familiari interessati a richiedere l’Assegno d’inclusione, riconosciuto dal 1 gennaio ai nuclei familiari che oltre ad un reddito basso, hanno disabili, minori, over 60 e persone prese in carico dai servizi sociali. La platea comprende 348.100 nuclei con un minore, 215.800 con una persona disabile, 341.700 con un componente con almeno 60 anni. «L’indennità – spiega il direttore dell’Inps, Vincenzo Caridi – viene attribuita a seguito dell’esito positivo dei controlli sui requisiti e alla sottoscrizione del Patto di attivazione digitale. Sarà erogata attraverso la Carta di inclusione che viene emessa da Poste italiane». L’indennità Adi è un’integrazione al reddito familiare fino a 6mila euro annui, aumentabile in base a parametri che tengono conto della composizione del nucleo, e fino a 3.360 euro annui per l’eventuale necessità di pagare l’affitto.
Per fare un esempio: un single con reddito pari a 0, con minorenne a carico e affitto mensile superiore a 280 euro potrà disporre di un assegno di inclusione pari a 855 euro mensili (6mila x 1,15) + (280 x 12 mesi). Oppure ad un nucleo con due adulti ed un figlio disabile sempre con reddito pari a 0 e con un canone di locazione potrà essere riconosciuto un assegno mensile di euro 1230 (6mila x 1,90) + (280 x 12 mesi). Mentre un single con reddito pari a 0 che versa un canone di locazione di almeno 280 euro mensili potrà disporre di un contributo pari a 780 euro mensili. L’indennità può essere erogata per un periodo continuativo di 18 mesi, rinnovabili per 12 mesi, dopo un mese di sospensione. «Il sostegno è graduato in funzione del bisogno reale – aggiunge Caridi -. Ma il punto più importante è la presa in carico a 360 gradi, con modalità differenti, di tutte le famiglie con componenti fragili o svantaggiate. L’obiettivo è intercettare il bisogno della persona, comprendendo di quali strumenti di inserimento sociale e lavorativo abbia necessità. Questo spiega il ruolo centrale dell’analisi multidimensionale, compiuta dai Servizi sociali».
Patto di attivazione digitale
La domanda può essere presentata sul sito Inps, tramite Spid o attraverso i Patronati e, dal 1 gennaio anche attraverso i Caf. «Dopo la presentazione – continua Caridi – la persona è accompagnata a iscriversi sulla piattaforma Siisl per sottoscrivere il Patto di attivazione digitale del nucleo familiare, l’Inps verificherà la presenza dei requisiti. Dal mese successivo alla sottoscrizione del Pad il beneficio economico sarà erogato. Entro 120 giorni dalla domanda, i componenti del nucleo familiare verranno convocati dai Servizi sociali per un’analisi multidimensionale dei bisogni. A quel punto, chi sarà considerato attivabile al lavoro o aderirà volontariamente verrà avviato ad uno specifico percorso che porterà, dopo il Patto di inclusione, alla sottoscrizione di un Patto di attivazione digitale individuale. I Centri per l’impiego, oltre alle Agenzie per il lavoro indicate dal richiedente, potranno prendere in carico il soggetto instradandolo verso iniziative formative, progetti utili alla collettività o ad offerte lavorative».
Chi sarà valutato non attivabile al lavoro potrà fruire dell’indennità, venendo seguito dai servizi sociali o da altre strutture pubbliche, come i servizi sanitari. Gli individui tra 18 e 59 anni, anche se parte di un nucleo familiare Adi ma non tra i destinatari diretti del beneficio e senza obblighi genitoriali, potranno invece venire instradati verso lo Strumento di formazione al lavoro.
«La piattaforma Siisl è un luogo unico virtuale nel quale l’utente è accompagnato a relazionarsi con tutti gli Enti che intervengono nel procedimento, in un percorso guidato sui vari passaggi da compiere – conclude Caridi -. La piattaforma dialogherà direttamente con la sezione dedicata ad Adi sul sito Inps per limitare gli adempimenti dell’utente. Una funzionalità specifica ricorderà le scadenze».
Il nuovo strumento di sostegno economico e di inclusione sociale e professionale
1 – ASSEGNO DI INCLUSIONE
A chi è rivolto
L’assegno di inclusione è riservato a quei nuclei familiari che, oltre ad un reddito basso, hanno soggetti che è difficile inserire nel mercato del lavoro: disabili, minori, over 60 o in condizione di svantaggio assistiti dai servizi sociali
2 – L’IDENTITÀ ECONOMICA
Importo e durata
L’indennità è un’integrazione al reddito familiare aumentabile in base alla composizione del nucleo fino a 6mila euro annui e fino ad un massimo di 3.360 euro annui per pagare l’affitto. Dura 18 mesi, può essere rinnovata per 12 mesi, dopo un mese di sospensione.
3 – LE PROCEDURE
L’iscrizione
Sul sito Inps con Spid, presso i Patronati e dal 1 gennaio ai Caf, si presenta la domanda, con l’iscrizione sulla piattaforma Sissl si sottoscrive il Patto di attivazione digitale del nucleo familiare. L’Inps verifica il possesso dei requisiti e dal mese successivo eroga il beneficio.
4 – I PASSAGGI SUCCESSIVI
L’analisi dei bisogni
Entro 120 giorni dalla domanda, i componenti del nucleo familiare verranno convocati dai Servizi sociali per un’analisi multidimensionale dei bisogni. Chi sarà considerato attivabile al lavoro verrà avviato ad un percorso con Centri per l’impiego o Agenzie per il lavoro.